Diao, “la Freccia di Badajoz”: il Betis lo scoprì esterno grazie ad Aitor Martinez

L’ex allenatore nelle giovanili andaluse racconta: “Era un regista, lo trasformai in ala. Ha testa da adulto e cuore da ragazzo”

Assane Diao oggi brilla con il Como, ma il suo percorso verso la fascia è iniziato molto prima, grazie all’intuizione di Aitor Martinez. In un’intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport, l’ex tecnico delle giovanili del Betis ha ripercorso i primi passi dell’attaccante, trasformato da regista a esterno offensivo in appena un mese.

Quando è arrivato da noi, giocava a centrocampo, da registaracconta Martinez. “Io però lo vedevo bene sull’esterno. Aveva il fisico, il dribbling, una buona tecnica.” Da quel momento, è nato un soprannome che ancora oggi lo accompagna: La Freccia di Badajoz”.

L’intuizione tattica: da centrocampista a esterno imprendibile

Martinez è stato il primo a vedere in Diao un potenziale diverso da quello che gli era stato cucito addosso: “Lo provai sulla fascia e nel giro di un mese non lo fermava più nessuno.” Il talento naturale nel dribbling era evidente, ma inizialmente mancava lucidità nell’ultimo passaggio. “Glielo dissi apertamente. E lui reagì da campione: ore in campo ad allenarsi da solo.”

La determinazione nel migliorarsi è uno dei tratti più distintivi del giovane Assane, che secondo il suo ex tecnico “se è arrivato dove è oggi, è perché se lo merita.” Nessun eccesso, nessuna superficialità: “Dimenticate i giovani che pensano a divertirsi, lui ha la testa di un trentenne in un corpo da diciannovenne.”

Un ragazzo maturo, timido e solare

Martinez ha tracciato anche un profilo umano profondo di Diao. Quando arrivò al Betis, l’impatto non fu semplice: lontano da casa, in un club professionistico, circondato da volti sconosciuti. Ma il calcio lo ha aiutato ad aprirsi.

Era timido, ma con il tempo è diventato il primo a mettere la musica nello spogliatoio. Sempre col sorriso, mai triste, capace di far ridere tutti in pullman ha ricordato il tecnico. Un ragazzo che non si limitava ad ascoltare le indicazioni, ma le capiva e le applicava senza bisogno di discussioni o correzioni continue.

“Non l’ho mai dovuto sgridare” conclude Martinez che aggiunge “Aveva la capacità di capire, imparare e crescere giorno dopo giorno.”

Il presente al Como, il futuro ancora tutto da scrivere

Oggi, Assane Diao sta continuando a scrivere il suo percorso con il Como, portando con sé l’identità e la disciplina acquisita nelle giovanili del Betis. Ma dietro ogni accelerazione sulla fascia, c’è la visione di chi ha saputo intravedere in lui qualcosa di diverso, e soprattutto la volontà di un ragazzo che ha sempre creduto nel lavoro e nella crescita personale.

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