Una carriera costruita con cuore, sudore e senso di appartenenza. Alessio Iovine, comasco di nascita e simbolo dell’orgoglio lariano, ha ufficialmente annunciato il suo ritiro dal calcio giocato. A 34 anni, dopo sei stagioni vissute intensamente con la maglia del Como, ha deciso di chiudere un ciclo sportivo unico, culminato con la salvezza in Serie A e il decimo posto nella stagione 2024-2025, la prima nella massima serie dopo anni difficili.
Con 152 presenze, 7 reti e 16 assist, Iovine è stato molto più di un centrocampista: è stato uno dei simboli della rinascita di un club (al pari di Gabrielloni, Ndr) che, non molti anni fa, affrontava il baratro del fallimento. All’epoca, il Como era una squadra in cerca di identità e stabilità, ma grazie all’arrivo della nuova proprietà e a innesti strategici, il percorso è stato radicalmente trasformato.
“Non è un addio, ma un nuovo inizio”, ha dichiarato l’ormai ex giocatore al sito ufficiale del club, spiegando che la sua scelta, maturata con serenità e confronto costante con famiglia, allenatore e dirigenza, non è dipesa da limiti fisici. Anzi, Iovine ha sottolineato come si sentisse ancora in grado di competere sul campo, ma ha preferito lasciare nel momento più alto, con il Como ormai stabilmente in Serie A. “È bellissimo guardarmi indietro dopo questi sei anni e pensare da dove siamo partiti e dove siamo arrivati. Oggi però non è un punto di arrivo, ma un altro trampolino di lancio per raggiungere vette ancora più alte e fissare obiettivi sempre più ambiziosi.“
La sua è una decisione che testimonia lucidità e visione del futuro. Ha ammesso che in passato il Como viveva nell’incertezza, ma oggi la realtà è ben diversa: infrastrutture solide, ambizioni concrete e una dirigenza capace di pianificare. In questo contesto, il centrocampista ha scelto di rimanere, pur con un nuovo ruolo ancora da definire.
“Resterò nel club, questo è certo – ha dichiarato –. Non so ancora esattamente cosa farò, ma mi vedo più in campo che dietro una scrivania. Il rispetto e l’affetto che sento qui mi confermano che qualcosa di buono l’ho fatto” – Iovine poi ha continuanto spiegando bene la sua scelta – “Anni fa a Como regnavano depressione e incertezza: il club falliva, ripartiva e navigava a vista senza conoscere il futuro. Poi è arrivata la nuova proprietà: alcune figure si sono rivelate decisive, e le ultime aggiunte hanno avuto subito un impatto significativo. Oggi il Como ha basi solide e grandi ambizioni. Su questa decisione ci ho riflettuto per mesi. Ho considerato molti fattori, e sono assolutamente convinto che facendo questo passo, otterrò soddisfazioni ancora maggiori in futuro rispetto a quelle che ho raggiunto come giocatore“.
Nel calcio moderno, dove il legame con i colori locali è spesso sacrificato in nome di carriere rapide e internazionali, la parabola di Iovine rappresenta un esempio di fedeltà e crescita condivisa. La sua storia, intrecciata con quella del Como, è la dimostrazione che con dedizione e visione si possono scrivere pagine importanti, anche partendo dal basso.
Ora, con gli scarpini appesi al chiodo, si apre una nuova fase. Il futuro di Iovine sarà ancora tinto di biancoblu, con un ruolo ancora da definire ma sicuramente legato al campo. La sua esperienza, il suo carisma e il profondo legame con l’ambiente potranno essere risorse preziose per la società, che punta a consolidarsi e crescere ulteriormente nel panorama del calcio italiano.