Gioca ancora al Meda e sta iniziando la carriera di procuratore. Ma Cesare Ambrosini dal 2011 al 2017 è stato uno dei simboli del Como, oltre ad aver debuttato in biancoblu giovanissimo nel 2007/08. Il difensore erbese ha anche indossato la fascia da capitano e ieri con Espansione Tv ha ricordato la sua esperienza lariana: “Sette anni intensi, tanti alti e bassi e due splendide promozioni. C’è un po’ di invidia per non aver mai trovato una società come questa, però c’è anche da essere orgogliosi di aver fatto parte di un percorso, probabilmente nella parte peggiore. Fa bene al cuore vedere il Como ora“.
Scendendo nello specifico delle dinamiche del campionato attuale, Ambrosini ha detto: “Tra Monza e Venezia ci sono due partite utili per migliorare la classifica. Ma quando c’è un progetto così, difficilmente si falliscono gli obiettivi. Apprezzo un sacco l’idea di Fabregas, credo sia una nuova era per tutto il calcio italiano, anche a costo di fare qualche figuraccia ogni tanto. Questa squadra mi ricorda il Napoli di Sarri, che nelle difficoltà sapeva di potersi aggrappare al suo gioco. Nello staff tecnico c’è Cassetti con cui ho giocato e mi sento spesso: il messaggio che mi arriva è che questi lavorino come matti. Aver confermato i ragazzi della vecchia guardia dimostra che c’è attenzione anche al lato umano“.