“L’arbitro ha rovinato la partita”, ha detto il CT Nunziata. Le solite scuse. Non è colpa dell’arbitro se sull’1-1 di un quarto di finale Gnonto, già ammonito, ha pensato bene di entrare in scivolata in ritardo in una zona di campo assolutamente innocua. E non è colpa dell’arbitro neanche per il fatto che l’Italia sia arrivata all’87’, in inferiorità numerica, con un solo cambio effettuato tenendo in panchina gente come Pisilli, Baldanzi, Kayode e Fazzini.
È quindi bene che l’Under 21 azzurra si lecchi le ferite e si mangi le mani, per una semifinale europea che era alla portata ma è sfuggita ancora una volta. Contro la Germania eravamo andati in vantaggio grazie a Koleosho. E nonostante il pareggio segnato dal gigante Woltemade, fino all’espulsione abbiamo tenuto molto bene il campo mettendo in difficoltà i tedeschi. Poi la sciocchezza di Gnonto, il 2-1 di Weiper a pochi minuti dalla fine e il secondo rosso a Zanotti che da già ammonito protesta (e qui il direttore di gara avrebbe potuto agire diversamente). Ogni discorso sembrava chiuso.
Ma al 96′ ecco il lampo di Giuseppe Ambrosino, l’ex Como, che si fa conoscere da tutta Europa con una splendida punizione all’incrocio che vale i supplementari. Verdetto solo rimandato purtroppo, un po’ come Jack Dawson quando sul Titanic si libera delle catene per morire poco dopo in acqua. In nove contro undici l’unica speranza erano i rigori, ma il gol di Rohl al 117′ ce li ha negati. E no, non è solo colpa dell’arbitro.