Assane Diao non è solo una promessa del calcio internazionale, ma un esempio di determinazione e talento naturale, come racconta Julian Lopez, suo primo allenatore al Flecha Negra, squadra giovanile di Badajoz. Intervistato da La Gazzetta dello Sport, Lopez ha ripercorso i primi passi del giovane senegalese cresciuto in Spagna, sottolineando l’importanza del legame familiare, il rapporto con il fratello Usse e una precoce maturità sportiva.
Fratelli inseparabili e l’arrivo al Flecha Negra
“Erano due trottole. Non si fermavano mai” ricorda Lopez parlando di Assane e del fratello Usse. I due arrivarono insieme al club, portati dal padre Mossa, e conquistarono subito l’ambiente con energia e simpatia. Il legame tra i fratelli era fortissimo, ma le personalità diverse: Assane più disciplinato, Usse più impulsivo. “Li prendevo in giro dicendo che avevano più polmoni degli altri. E loro ridevano, sollevandosi la maglia per mostrarmi che era tutto a posto.”
Nati in Senegal ma cresciuti a Badajoz, i fratelli Diao incarnavano uno spirito familiare forte, che li ha accompagnati dentro e fuori dal campo.
Un talento naturale già evidente
Già giovanissimo, Assane mostrava caratteristiche fuori dal comune: visione di gioco, potenza fisica e una straordinaria capacità nel dribbling. “In un torneo con Real Madrid, Barcellona e Siviglia, era dominante. Partiva da regista ma copriva tutto il campo. Era competitivo, ma con rispetto. Si sfidava con il fratello sul numero di avversari saltati, non sui gol.”
Il senso del gioco era precoce, e la maturità mentale sorprendente. Lopez racconta un episodio emblematico: “Prima di una finale di torneo, aveva la febbre e dolori di stomaco. Ma non voleva restare fuori. Mi disse: ‘Sto bene, fammi provare. Se non ce la faccio, mi cambi.’ Risultato? Fu il migliore in campo, con due gol e assist.”
“Un predestinato, lo avevo capito subito”
Assane era tra i giovani più promettenti mai passati per il Flecha Negra. “Ne abbiamo mandati tanti al professionismo, ma lui era speciale” sottolinea Lopez. L’intensità, la dedizione e la fame agonistica che mostrava da bambino sono ancora oggi i tratti distintivi di un giocatore che continua a crescere e stupire.
“Quando si metteva in testa qualcosa, non potevi dissuaderlo. E questo non è cambiato. È un ragazzo con valori, talento e una mentalità da grande.”