Stefano Borghi, telecronista di Sky, negli studi di Cronache di Spogliatoio ha parlato anche del Como con toni decisi: “Voglio smontare qualche luogo comune un po’ ottuso. Per esempio quello secondo cui il Como fa risultati perché è ricco. Cruyff disse di non aver mai visto un mucchio di soldi fare un gol. Le proprietà italiane più ricche a livello di patrimonio personale sono Como, Roma, Fiorentina e Bologna. Nessuna di queste vincerà lo scudetto e forse neanche si qualificheranno alla Champions, quindi non è vero che i più ricchi vincono, funziona così nel calcio. Avere grandi capitali però ti consente di scegliere se spendere o investire. Como e Bologna hanno scelto di investire, affidandosi a straordinari manager calcistici. Anche perché queste sono aziende, sì, ma legate a un gioco e a una palla che può rimbalzare ovunque e quindi serve competenza. Il Bologna l’ha fatto con Sartori e il suo gruppo di lavoro. Il Como addirittura investe su una figura quasi mai vista in Italia, l’allenatore-manager, e su talenti da far germogliare mettendoli nelle condizioni giuste. Poi certo, nessuna neopromossa aveva mai speso così tanto in A, però se questi giocatori rendono è perché c’è un progetto tecnico difeso indipendentemente dai risultati del momento e da ciò che si dice intorno. Il Como batte il Napoli anche perché sull’1-1 Fabregas mette due punte“.
Borghi continua: “Altro luogo comune: da centrocampo in su il Como ha una rosa da sesto/settimo posto. Quest’anno chi arriva al sesto/settimo posto? Una tra Fiorentina, Bologna, Juventus, Milan, Lazio, Roma. Se una di queste si presentasse con Cutrone, Douvikas, Gabrielloni, Diao, Paz, Strefezza, Fadera, Da Cunha, Engelhardt, Sergi Roberto e Perrone, avremmo presidente e ds a nascondersi dai tifosi in un bunker”. Insomma, secondo il giornalista la rosa sarà anche di livello, ma non bisogna esagerare e il fattore più importante è un altro. “Diao a vederlo ora sarebbe servito enormemente al Napoli, ma non è detto che avrebbe reso in quel modo”, conclude Borghi. “I giocatori germogliano con allenatori di proposta, non con allenatori che se fanno un punto in cinque partite iniziano a difendere lo 0-0. I soldi aiutano, ma a fare la differenza è come viene gestita la squadra“.
Interessante anche quanto detto da Fabrizio Biasin: “Mi sono informato. Non è che visto che la proprietà è lontana, allora è tutto concesso. Loro ti danno il budget che tu chiedi, ma a fine stagione vieni convocato a Londra e devi rendere conto di ogni euro, quei soldi li devi far rendere e se le cose non quadrano non te la fanno passare“.