Calcio, svolta Fifa: 72 ore di riposo obbligatorie e 21 giorni di ferie per i giocatori

Cambia il calcio mondiale con un accordo storico tra la Fifa e il sindacato internazionale dei calciatori. A poche ore dalla finale del Mondiale per Club, a New York è stato infatti siglato un protocollo che introduce per la prima volta due diritti minimi universali per tutti i professionisti: un periodo di riposo obbligatorio di almeno 72 ore tra una partita e l’altra e 21 giorni consecutivi di ferie al termine di ogni stagione sportiva.

La misura, definita “epocale” dagli addetti ai lavori, rappresenta una svolta nella tutela della salute fisica e mentale degli atleti, indicata dalla stessa Fifa come “priorità assoluta”. Secondo quanto emerso dalle trattative, la decisione è frutto di un confronto lungo e serrato, alimentato da anni di proteste da parte dei giocatori, stremati da calendari sempre più fitti, impegni nazionali e internazionali, tornei estivi e amichevoli fuori stagione.

L’accordo comporterà importanti conseguenze per i club e le leghe professionistiche, chiamati ora a riorganizzare la gestione dei calendari e dei carichi di lavoro, con l’obbligo di rispettare le nuove direttive anche in caso di tornei compressi o partite ravvicinate. Le società dovranno inoltre farsi carico degli adeguamenti logistici, gestionali e contrattuali derivanti da questa riforma.

Le 72 ore minime di recupero tra due match ufficiali costituiscono un cambiamento radicale, destinato a incidere non solo sulla programmazione delle competizioni, ma anche sugli accordi economici legati ai diritti televisivi, che spesso impongono ritmi serrati e calendari fitti per massimizzare la copertura degli eventi.

Un altro punto cruciale riguarda le vacanze estive dei calciatori, troppo spesso ridotte a pochi giorni tra una stagione e l’altra. Con i 21 giorni consecutivi ora previsti come diritto irrinunciabile, verranno meno le consuetudini che vedevano molti atleti tornare in campo dopo pause minime, spesso già affaticati o non pienamente recuperati.

L’impatto sarà globale: il protocollo sarà applicabile in ogni continente, in tutti i campionati professionistici riconosciuti dalla Fifa, e influenzerà inevitabilmente la progettazione dei calendari a partire dalle prossime stagioni.

Questa intesa rappresenta il primo vero riconoscimento formale e operativo del diritto dei calciatori al recupero psicofisico, ponendo nuovi standard nel mondo dello sport professionistico. Una rivoluzione silenziosa che ridefinirà i tempi del calcio moderno, costringendo club, federazioni e broadcaster a rivedere tempi, spazi e modalità di gestione del prodotto calcio.

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