In un campionato come la Serie A dove l’età media continua a salire e gli spazi per i giovani sembrano sempre più ridotti, il Como si è distinto come un’oasi di fiducia per i talenti emergenti. In controtendenza rispetto al panorama generale del massimo campionato italiano, la squadra lariana guidata da Césc Fàbregas ha fatto dell’investimento sui giovani un pilastro tecnico e identitario, raccogliendo consensi e risultati.
Dati alla mano, la Serie A continua a mostrarsi avara nei confronti degli Under 21. Lo dimostrano i numeri delle big: zero minuti concessi agli Under 21 dal Napoli campione d’Italia, e appena 20 minuti da parte dell’Inter, con il giovane Luka Topalovic mandato in campo all’80’ dell’ultima giornata contro il Como, quando lo scudetto era ormai sfumato. Simbolico l’impiego di Tomas Palacios, che ha totalizzato 10 minuti in nerazzurro prima di essere ceduto al Monza, dove ha trovato 445 minuti.
In questo scenario statico e conservatore, il Como ha rappresentato una vera rivoluzione. A partire dall’attaccante Diao, classe 2005, e dal fantasista Nico Paz, 2004: 39 anni in due, protagonisti veri della stagione biancoblù con 3.954 minuti complessivi in campo (Diao arrivato nel mercato di Gennaio, Ndr) che hanno portato complessivamente 14 gol e 10 assist in dote alla formazione lariana. Ma la fiducia nei giovani non si è fermata lì: spazio anche per il difensore Fellipe Jack, 19 anni, che ha collezionato 7 presenze e 166 minuti, dimostrando personalità e buoni margini di crescita tanto da guadagnarsi la chiamata nelle nazionali giovanili azzurre.
Impatto notevole anche per Alex Valle, classe 2003, terzino sinistro arrivato dal Barcellona a gennaio. Il Como, dopo averlo osservato all’opera per 15 partite e oltre mille minuti in campo, ha deciso di riscattarlo versando 6 milioni di euro al club catalano: un segnale forte sulla qualità del progetto tecnico lariano, basato sulla valorizzazione delle nuove leve. Non sono Under21, ma anche il 23enne Ignace Van der Brempt, pur limitato da qualche problema fisico, e il centrocampista 22enne Maximo Perrone hanno giocato molto: rispettivamente 1.258′ minuti con 2 assist il terzino belga e 1.860′ minuti sul terreno di gioco per il mediano argentino con 3 assist.
Fàbregas da allenatore, ha mantenuto l’impegno di puntare sui giovani, come già aveva dichiarato a inizio stagione. Il suo approccio ha portato alla ribalta un Como che osa, sperimenta, costruisce futuro, in contrasto con la filosofia di molte big del campionato, dove l’età media supera i 30 anni e i talenti emergenti faticano a ottenere spazio.
L’analisi tracciata da “Calcio e Finanza” e ripresa anche da altri osservatori del settore conferma che il Como ha rotto il paradigma, proponendo un modello di sviluppo sportivo sostenibile, coraggioso e competitivo. Un esempio che fa riflettere e che potrebbe indicare la via da seguire a un calcio italiano sempre più in cerca di rigenerazione e identità.