Tutti disponibili! L’ha detto Fabregas ieri: per il match di San Siro il Como non avrà defezioni. E negli ultimi quattro mesi e mezzo, la defezione per eccellenza in casa biancoblu è stata purtroppo Sergi Roberto.
Quando è stato bene, il centrocampista catalano ha sempre giocato. Subentra alla seconda, subentra alla terza, poi sei volte titolare, fino a quel Torino-Como che per lui dura solo 37′. Non sembra nulla di grave, invece è l’inizio di un’agonia molto lunga. Da quel 25 ottobre, il numero 20 giocherà solo due partite: una mezz’oretta con la Roma e da titolare in Inter-Como. Il 30 dicembre un altro intoppo: Como-Lecce, la distinta lo dà titolare, problema fisico nel riscaldamento e 90′ in panchina. Si parla solo di una precauzione, in realtà rimarrà ai box per tutto l’inverno. Ok, se qualcuno si era illuso di vedergli fare 38 presenze su 38 evidentemente non aveva controllato lo storico degli ultimi anni del giocatore. Ma due presenze in quattro mesi e mezzo vanno oltre la previsione più pessimistica.
Oggi però torna tra i convocati, proprio a San Siro, dov’era sceso in campo l’ultima volta. Regresa, direbbe lui e direbbe Fabregas, che in questi mesi l’ha citato spesso, sottolineando il peso dell’assenza. Oggi però il Como di dicembre non esiste più: parliamo di una squadra diversa, con un trio di centrocampo sempre più rodato: Caqueret-Perrone-Da Cunha. E’ una brutta notizia per Sergi Roberto? Non necessariamente. Ora potrebbe essere gestito. Potrebbe diventare la carta da giocarsi nell’ultima mezz’ora, magari con carichi di allenamento personalizzati durante la settimana. Cesc ieri ha sottolineato una cosa: chi entra deve essere prontissimo. E avere in panchina uno che ha vinto due Champions è una bella garanzia a livello di esperienza e lettura dei momenti.
Attenzione però, ora tocca al ragazzo dimostrare qualcosa. Ricordiamo che nelle sette partite in cui l’abbiamo visto da titolare ha sì sfoderato una prestazione superlativa a Bergamo, ha sì dato qualità alla manovra (91% di precisione passaggi, il dato più alto di tutta la rosa), ma ha anche causato due rigori contro Napoli e Verona. Insomma, se a 32 anni Sergi Roberto vuole ancora essere un giocatore, avrà le possibilità di dimostrarlo. Fabregas crede in lui, gli vuole bene e siamo sicuri che lo butterà nella mischia ogni volta che sarà possibile. Probabilmente già oggi.