Diao: tra inesperienza, Ramadan e una tempesta interiore

Due prestazioni negative per il giovane talento biancoblu, ma le attenuanti sono diverse e c'è tempo per riassestarsi

Le ultime due partite di Assane Diao sono state negative. A Roma ha combinato poco, contro il Venezia ancora peggio. E se il contesto dell’Olimpico non era certo dei più facili, colpisce la brutta prestazione di sabato scorso. Nessun tiro, nessun passaggio chiave, addirittura nessun dribbling secondo Sofascore. Le posizioni medie fanno capire quanto l’ex Betis fosse più avanzato rispetto ai compagni, ma togliergli compiti difensivi non è stato abbastanza per metterlo in luce.

Le posizioni medie di Como-Venezia: Diao col numero 38 è nettamente più avanti dei compagni, segno che aveva meno compiti difensivi e più richieste di attaccare la profondità

Un calo era ovvio. Il ragazzo ha forse già fatto più di quanto ci aspettassimo da lui coi cinque gol messi a referto. Non poteva certo continuare a segnare come una macchina. E la sua giovane età – neanche 20 anni – causa per forza di cose un po’ di incostanza.

Tra l’altro Assane non sta vivendo un periodo tranquillissimo. Il rendimento recente l’ha portato sotto i riflettori e, si sa, non è facile reggere mentalmente. Fabregas ha citato anche un altro aspetto: la famosa frase sul Ramadan, che il giocatore sta osservando e che potrebbe avergli tolto qualche energia. E’ vero che siamo nel 2025 e i calciatori professionisti musulmani hanno trovato diversi modi per mantenersi efficienti anche in questo periodo, però resta un piccolo elemento “di fastidio” in più, che qualcosa toglie.

E poi c’è quella che il quotidiano spagnolo Marca ha definito una “tempesta interiore”: in questi giorni infatti Diao deve decidere se accettare o meno la convocazione della nazionale senegalese. Una scelta importante, molto personale, che in qualche modo segnerà la carriera dell’esterno nato in Africa e cresciuto in Spagna. Anche perché da questo punto di vista è al punto di non ritorno: o rinuncia per sempre alla Roja accettando il Senegal, oppure rifiuta la sua terra natìa probabilmente per sempre.

Il Ramadan, la scelta della nazionale, li primi titoloni dei giornali, la naturale discontinuità dovuta all’età: non sappiamo quale di questi fattori abbia inciso di più in queste due prestazioni un po’ così. Di sicuro c’è tutto il tempo per recuperare. Per un giocatore che si è rivelato importantissimo, persino cruciale nel girone di ritorno del Como. Anche il suo allenatore sarà chiamato a una sapiente gestione: dosarlo oppure continuare a dargli minutaggio?

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