Cesc Fabregas ha deciso: resterà alla guida del Como anche nella prossima stagione. Una scelta che ha spiazzato l’Inter, alla ricerca del sostituto di Simone Inzaghi, ma che rafforza ulteriormente il progetto tecnico della società lariana. A commentare la notizia è stato Andrea Ardito, ex centrocampista e allenatore del Como, che ha rilasciato parole cariche di stima e convinzione ai microfoni di TMW.
“Ripartire da Fabregas è fondamentale”, ha affermato Ardito, sottolineando come, nonostante le straordinarie risorse economiche della proprietà, il tecnico spagnolo rappresenti il vero valore aggiunto del progetto lariano. «All’inizio c’erano dubbi, ma non sulle competenze. Era la sua prima esperienza da allenatore e l’adattamento poteva essere un’incognita. Invece, ha subito dato uno stile di gioco preciso alla squadra, con una crescita evidente nei mesi finali: da un calcio bello ma sterile a un gioco verticale, concreto, che porta risultati».
La decisione di rifiutare l’Inter, per Ardito, non è solo un gesto simbolico ma una conferma di un legame profondo e di un progetto tecnico credibile. «Quando ho letto le parole del presidente, mi ha colpito la fermezza con cui ha respinto i contatti con i nerazzurri. È un atteggiamento raro, anche in club di primissimo livello come il Real Madrid. Ma qui si è vista la convinzione di chi vuole davvero costruire qualcosa nel lungo periodo».
Per l’ex tecnico, la continuità è la chiave: “Fabregas e Como oggi sono legati da un filo troppo forte”. Non solo per quanto il club gli mette a disposizione, ma per una sintonia tecnica e progettuale difficile da replicare altrove. «Il fatto che Cesc abbia rinunciato ad ascoltare l’Inter dimostra che crede nel futuro del Como, in un progetto ambizioso che può davvero arrivare a competere ad alti livelli».
La proprietà Hartono ha fatto capire che non basta il nome o il blasone per scardinare una struttura costruita con visione. E Fabregas, rinunciando alla panchina nerazzurra, manda un segnale forte: Como è la sua casa e da qui intende lanciare il prossimo step di una carriera in panchina che promette di essere altrettanto brillante di quella da calciatore.