Conferenza stampa ricchissima di spunti da parte di Cesc Fabregas oggi. A partire dal discorso relativo al futuro: “Forse se n’è parlato tanto anche per colpa mia, per gli interrogativi che ho suscitato, anche se non era voluto. Però io parlo col cuore. Abbiamo parlato e sono stato molto chiaro con la società riguardo alle società con cui ho parlato. Tutti parlano con altri club, qualcuno non lo dice. Comunque mi sento cumasch e questo non è mai cambiato. Non c’è mai stato un giorno in cui io non abbia pensato al futuro del Como. Però ho bisogno che tutti siamo allineati e sulla stessa lunghezza d’onda, perché per come lavoro mi devo sentire fortissimo. Non sono preoccupato e sono felice, poi ci sarà il momento per le comunicazioni ufficiali. E l’anno prossimo a fine stagione ci saranno le stesse valutazioni, è naturale. Per me l’anno prossimo deve essere un anno di forte consolidamento, creando una stabilità in A forte e vedendo dove possiamo arrivare. Poi l’anno successivo sarà quello di fare un passo in più. Lo possiamo fare prima? Meglio! Se iniziamo a dire che l’anno prossimo bisogna entrare in Europa, la pressione sarà asfissiante per i ragazzi. Che succede se poi perdi due partite di fila? Oggi vinciamo anche perché giocano liberi“.
Diversi indizi sul mercato che verrà: “Non voglio più 27/28 giocatori. Per tenerne 20/21, considerando che ne arriveranno 4/5, ci saranno scelte dolorose. Poi bisogna valutare i ragazzi della Primavera e Rispoli. Comunque dando stabilità, questo gruppo crescerà di più. Come spenderemo l’anno prossimo? Dipende dalle opportunità. Non abbiamo un budget, siamo una società fortunata. Nico Paz? Speriamo resti, è fondamentale. Valle? E’ praticamente tutto fatto. Perrone? Possiamo prolungare il prestito oppure comprarlo. Sugli esterni siamo a posto, ne abbiamo già parlato. Ikoné? L’abbiamo aiutato dandogli fiducia, sta facendo molto bene, ha le caratteristiche per giocare nel nostro calcio, può fare di più ma ha fatto ciò che mi aspettavo: è un’altra cosa che dovremo valutare. Un difensore centrale leader che faccia tanti gol penso sia importante“. Insomma, la priorità è dietro. Intanto “a settembre avremo un centro sportivo di alto livello. E chi lavora qua deve sentirsi a casa. Quando parlo con un giocatore prima di farlo venire qua, non parlo di calcio: solo cose personali, devo capire se si integra, se mi toglie più di quanto mi dà“.
E poi domani ci sarebbe una partita, a Verona: “Squadra solida, poco palleggio, gioca diretto e sulle fasce. Andrò a vedere la storia di mister Bagnoli. Comunque è una piazza abituata a doversi salvare. Per vincere dobbiamo essere bravi a capire l’ambiente. Siamo a una partita dal vincere il nostro scudetto e se arriveremo decimi dovremo festeggiare come se avessimo vinto uno scudetto, perché sarebbe incredibile visto quello che abbiamo passato. Dele Alli non sarà a disposizione, è malato“. Permane l’incertezza sulla data di Como-Inter: “In altri campionati l’organizzazione è migliore. Non è facile programmare. Comunque ci adattiamo”.
Una battuta significativa anche su Goldaniga: “Non ho parole, come per Strefezza, Da Cunha… Hanno dato tantissimo a me e alla squadra. E questo dimostra che non è mai tardi per crescere. Per esempio a Edo non piace allenarsi, ma quando arriva in campo… Ha sorpreso anche me. Continuità incredibile. Negli ultimi due mesi ha giocato con un mezzo infortunio importante. Dopo Como-Roma mi ha scritto un messaggio lunghissimo alle 2 di notte. Mi emoziona avere ragazzi così. Qualcuno poteva pensare che senza Diao non si potesse vincere, invece abbiamo fatto 3 vittorie di fila senza di lui. Grazie ai ragazzi“.