Fabregas: “Un po’ di fortuna oggi. Strefezza uomo-chiave, me lo porterei anche in Champions”

Le parole del tecnico catalano nel dopopartita

I colleghi di TMW hanno riportato le dichiarazioni postpartita di Cesc Fabregas, dopo il successo di Parma firmato da Strefezza. E le prime parole sono proprio per il brasiliano: “Lo porterei con me in ogni categoria, dall’Eccellenza alla Champions. E’ un ragazzo d’oro, prima della partita l’ho detto nella riunione tecnica, mi ha fatto male non metterlo nell’undici, meriterebbe sempre di giocare. Gliel’ho detto però, mi fido di lui e sapevo che entrando avrebbe fatto vincere la partita. E’ un giocatore da squadra, se si vuole far nascere un progetto forte lui è l’uomo giusto“.

Intanto la squadra è decima e sembra non volersi fermare più: “L’obiettivo è crescere in continuità. Siamo forti, ben organizzati, con identità e valori tecnici. Ora bisogna crescere in mentalità, anche oggi si poteva far meglio a livello individuale. Sapere quando fare un fallo, quando perdere qualche secondo, quando accelerare. Siamo una squadra giovane, c’è tanto lavoro da fare ma sono contento e fortunato ad avere questo gruppo. La squadra sta crescendo, sa leggere meglio le partite, quando si difende la linea rimane alta, ultimamente stiamo giocando contro squadre che vanno con palla lunga verso l’attaccante e lo stiamo gestendo. La linea tra vincere e perdere è molto sottile: l’Atletico non è in semifinale perché Alvarez è scivolato, Terry non ha vinto la Champions. Tutti gli allenatori ora sono molto preparati a questi livelli, vince chi ha più qualità o chi come noi oggi ha un po’ più fortuna. La figura dell’allenatore è stressante, sei l’immagine del club quando vinci e quando perde, di fronte a calciatori, dirigenza, stampa e tifosi. Bisogna gestire diverse cose. Ringrazio i ragazzi, senza la loro mentalità, disciplina e coraggio sarebbe impossibile. Il calcio italiano è molto difficile. Il catenaccio non esiste, tutte ti vengono a pressare. Oggi abbiamo dovuto fare una partita di gioco posizionale, perché il Parma non pressava, ma quando ti pressano uomo su uomo non si gioca. La soluzione diventa quindi palla lunga e lottare sulla seconda palla. Giocando così però si fa tennis o rugby, diventa 50% e 50%, per questo cerco sempre soluzioni per risolvere queste cose. Sto imparando tantissimo in Italia, questo calcio mi sta insegnando. Se un domani mi troverò in altri campionato dovrò lavorare su altro“.

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