Il quotidiano piemontese La Stampa oggi dedica spazio ad Alessandro Gabrielloni, intervistato anche in vista di Como-Torino di domenica. I contenuti sono stati poi ripresi da TMW.
Tiene banco l’attualità: “Il prossimo step è la salvezza e domenica contro il Toro possiamo chiudere il discorso. Vogliamo anche riscattare la sconfitta beffarda dell’andata: quella sera Milinkovic-Savic parò di tutto“. Immancabili le domande su Fabregas, sui compagni talentuosi e dal nome prestigioso e sul progetto biancoblu: “La prima volta che Cesc è entrato nel nostro spogliatoio ero in imbarazzo. Sembrava assurdo, io l’avevo visto solo in tv. Ma con lui è stato abbattuto un muro e abbiamo capito che tutto era davvero possibile. Stiamo giocando bene, ci divertiamo e ci sono tante stelle che stanno brillando. Nico Paz è il talento per definizione e Fabregas è un tecnico meticoloso, ma è tutto il progetto del Como che fa impressione. I fratelli Hartono hanno avuto una visione lungimirante e questo modo di fare business sta facendo la differenza. A volte non mi sembra vero di giocare con gente come Reina, Alli e Sergi Roberto, ma hanno avuto grande umiltà nel calarsi in una realtà diversa e hanno portato esperienza. Ora per noi è diventato normale e qualche volta è anche bello “cazziare” chi ha giocato in Champions. Sono un capitano atipico e la mia è la rivincita dei normali, ma sono molto orgoglioso di questa scalata. Io e il Como siamo andati a braccetto, facendo i passi giusti e senza fare promesse: sembra una storia d’amore e un po’ lo è, evidentemente è scattato qualcosa di speciale. Ora è tutto più accelerato con il passaggio in Serie A e i sogni non mancano“.