Gabrielloni: “Ora non scappo più, voglio dimostrare di essere da A”

Il nostro numero 9 in un'intervista ha anche detto: "I primi mesi dopo una promozione sono di adattamento. Ma contro la Juve mi è sembrato quasi normale"

Il nostro capitano, Alessandro Gabrielloni, ha concesso una lunga chiacchierata a Rolling Stone Italia. Questi gli spunti più interessanti: “La cosa più bella del giocare qua è il sentirsi parte di un cambiamento. Avere una società ambiziosa ti porta a non accontentarti mai. Spero che un giorno il Como possa giocare la Champions, ma quest’anno dobbiamo pensare a salvarci. Alla lunga avere un gioco riconoscibile da tutti porterà frutto. Qualche salto di categoria l’ho fatto: i primi mesi sono di adattamento“.

Gabri-gol ha anche parlato un po’ di sé: “Mi sono stupito del fatto che esordire contro la Juventus mi sia sembrato quasi normale, visto il percorso che abbiamo fatto qui. Ma capisci quanto sta cambiando qui la mentalità: quando è arrivato Cesc lo vedevamo come un dio, adesso però sta diventando normale allenarsi con giocatori importantissimi. Ora il mio obiettivo è segnare in A, dimostrare di essere da Serie A, ancora non mi sento di averlo fatto ma cerco sempre di essere positivo, di adattarmi alle categorie e a chi ho vicino e anche di colmare le mie lacune col lavoro. E’ facile essere amato quando le cose vanno bene, ma qui ho sentito più amore nei momenti difficili, quando non giocavo e magari c’erano voci di mercato che mi portavano altrove. Quando ero più giovane mi è capitato di scappare quando non giocavo o giocavo male, ma facendo così rimani sempre in categorie basse come capita a molti talenti. Invece adesso la mia forza è saper aspettare il mio momento, riuscire a migliorare e ad allenarmi bene anche quando sembra tutto nero. Amo il calcio, ma come tutti gli sportivi mi è capitato di odiare ciò che faccio nei momenti più duri. I miei gol più importanti restano quelli all’Alessandria decisivi per salire in B, nel calcio che conta“.

Uno sguardo anche a qualche collega: “Lautaro mi piace tanto perché sa muoversi sia da prima che da seconda punta, ed è una cosa che cerco di fare anch’io. Ammiravo anche il modo in cui attaccava la porta Cavani. Nico Paz? Già al primo allenamento ci siamo accorti di quanto sia forte, deve crescere soprattutto negli ultimi 20 metri, ma non bada ai complimenti e non si sente già arrivato“.

GUARDA QUI LA SUA INTERVISTA

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