Dunque… Secondo noi la stagione del Como merita un 8, forse anche 8,5. Fa fede il decimo posto finale, ma anche il gioco espresso. Però diciamoci la verità, dare tutto il merito a Fabregas è molto semplicistico e miope. Se il Como è oggi nella parte sinistra della classifica è soprattutto grazie a una proprietà che ha messo a disposizione grandi fondi. Poi è indubbiamente vero che i soldi non bastano per vincere, assolutamente. Ma aiutano, eccome. E siamo sui 100 milioni spesi solo per i cartellini, a cui dobbiamo unire un monte ingaggi non da lotta salvezza.
Dopodiché, entriamo nel merito del lavoro di Cesc. Partiamo dalle scelte di mercato. Diao, Paz, Strefezza l’anno scorso, Caqueret, Vojvoda, Ikoné: tutte scelte anche sue, azzeccate. Anche Reina ha fatto spogliatoio. Sergi Roberto è stato un po’ una cantonata. Ma comunque Cesc ha dato una marcia in più alla costruzione della rosa.
Sul campo il lavoro è stato davvero ottimo. Difensivamente la squadra ha sempre concesso qualcosa ma non troppo, solo che per metà campionato abbiamo preso gol a ogni tiro avversario, per un insieme di motivi. Però l’identità biancoblu è stata evidente da subito e nel corso della stagione si è sviluppata sempre di più, fino allo strepitoso finale di campionato per il quale il catalano ha l’enorme merito di aver tenuto sul pezzo la squadra. Un gioco a tratti entusiasmante, con tanta libertà per il talento dei giocatori più dotati. Cesc è stato bravo a non spaventarsi per qualche risultato negativo e ad andare avanti per la sua strada, anche quando noi lo massacravamo un po’. Su Da Cunha mediano c’è la sua firma.
Si è anche relazionato bene con la gente e con la stampa: entusiasta, ma anche educato. Le ambiguità sul futuro non ci sono piaciute granché, però meglio così piuttosto che dire “rimango al 100%” e poi andar via.
Lati negativi. Le scelte di campo a volte ci hanno lasciato interdetti. Abbiamo visto ragazzi fatti fuori troppo in fretta. La gestione dei portieri è stata cervellotica dall’inizio (Audero prima riserva, poi titolare a furor di popolo ma al primo errore rimesso in panchina) alla fine (ok far giocare Reina contro il Cagliari, ma contro l’Inter non ci stava proprio…) Gabrielloni e Iovine meritavano più minuti, non perché ci sono simpatici, ma perché quando hanno giocato non hanno mai sbagliato atteggiamento. Non aver concesso neanche una partita da titolare a Gabri è stato brutto. Fadera indispensabile ed elogiato per un girone intero: sparito nel ritorno. Sala nel girone d’andata era talmente inferiore a Moreno da non giocare praticamente mai? Braunoder non era degno almeno di una presenza nelle ultime giornate, anche solo per quanto fatto in B? Belotti tra la quarta e la decima giornata davvero non ha mai meritato di giocare più di dieci minuti? Così i giocatori si bruciano.
Da migliorare anche il capitolo infortuni. Ce ne sono stati tanti. E in alcuni casi la gestione non ci ha convinto. Moreno e Sergi che si fanno male appena rientrati. Perrone che gioca con un acciacco e nessuno si rende conto che rischia un versamento di liquido nella coscia. Solo colpa dei campi di Mozzate, ora in via di rifacimento? O forse il precampionato “itinerante” dell’estate scorsa ha pesato? Lo staff medico verrà riconfermato? Vedremo.
Mettendo insieme tutto questo minestrone, per noi Cesc Fabregas e il suo staff meritano un 7,5 pieno. Con potenzialità di ulteriore crescita l’anno prossimo.
Leggete QUI le nostre pagelle stagionali ai portieri, QUI quelle dei difensori, QUI quelle dei centrocampisti e QUI quelle degli attaccanti. In questo 2 giugno ci siamo dati da fare…