In Italia non festeggiano più solo le strisciate

Inter e Juventus senza trofei, Milan ottavo in classifica. Intanto Napoli e Bologna vincono, l'Atalanta è lì e ora il Como vuole la sua fetta di torta

C’era una volta il calcio italiano in cui esultavano solo Juventus, Inter e Milan. Tra il 2002 e il 2022, gli scudetti sono andati tutti a loro. In quel ventennio si sono presi anche tre Champions (due il Milan e una l’Inter). Per tutte le altre, nessun trofeo europeo e solo qualche sporadica Coppa Italia qui e là. Negli ultimissimi anni è cambiato qualcosa. Intanto siamo reduci da una stagione in cui Inter e Juve non hanno messo nulla in bacheca, mentre sul fronte milanista l’ottavo posto in classifica pesa enormemente più della Supercoppa d’Arabia, che a nostro parere vale all’incirca quanto un trofeo Birra Moretti.

Intanto le altre guadagnano terreno. Stagione 2022/23: il Napoli di Spalletti vince il campionato in maniera sconcertante, dominandolo e ipotecandolo praticamente già a gennaio: dopo 22 giornate era addirittura a +15. Un episodio isolato? Tutt’altro. De Laurentiis ha costruito un club solidissimo, che da anni provava a mettersi in bocca il cucchiaio di nutella: prima o poi doveva riuscirci. L’anno successivo è arrivato un decimo posto. Bolla scoppiata? Macché. E’ bastato affidarsi a Conte e puntellare la squadra per vincere una volata con l’Inter e cucirsi un altro scudetto, il secondo in tre stagioni, impresa mai riuscita neanche ai tempi di Maradona. Per fare un confronto, il Napoli ha vinto in tre anni lo stesso numero di scudetti portati a casa dal Milan negli ultimi venti!

Poi c’è l’Atalanta. Dal 2018 ad oggi, quattro volte sul podio finale della Serie A, anche se sempre sul terzo gradino. Ciclo bello ma non vincente? Sì, fino al 2024, quando i bergamaschi hanno alzato l’Europa League, trofeo che nessuna squadra italiana aveva conquistato dall’inizio del terzo millennio. Coppe europee vinte negli ultimi 15 anni: Atalanta 1, Inter 0, Milan 0, Juventus 0. Punti conquistati in Serie A nelle ultime tre stagioni: Atalanta 207, Juventus 203, coi bianconeri che hanno anche subìto l’onta clamorosa di una penalizzazione in classifica. Impressionante. Ora una nuova sfida: rimanere competitivi senza Gasperini.

Sta decollando anche il Bologna. Dopo la qualificazione in Champions dell’anno scorso, il 14 maggio è arrivata una storica Coppa Italia, che per esempio il Milan non vince dal 2003. In finale i rossoblu hanno preso a pallonate proprio i rossoneri, dimostrando grande personalità nel momento decisivo della loro stagione. Personalità che – continuando a stuzzicare le strisciate – è mancata ieri all’Inter, scherzata dal PSG dall’inizio alla fine.

Hanno un po’ ceduto il passo le romane, ma la Lazio ha comunque una buona continuità con la gestione Lotito, mentre Gasp a Roma proverà a ripetere le imprese atalantine (e comunque i giallorossi hanno portato a casa una Conference nel 2022, che non sarà la Coppa del Mondo ma fa volume).

In questo contesto sempre più eterogeneo e sempre meno oligarchico irrompe il Como, che ha tutte le potenzialità per arrivare nelle posizioni nobili della Serie A, sedersi alla stessa tavola delle grandi e fregargli anche qualche portata succulenta. Le strisciate – soprattutto rossoneri e bianconeri a dir la verità – attraversano tempeste societarie, con tanti casini, poca chiarezza (chi è il proprietario del Milan?) e un budget per il mercato che risente moltissimo della qualificazione o meno alla Champions. Il club biancoblu invece ha grandi disponibilità economiche: se riuscirà ad utilizzarle bene, costruendo la rosa saggiamente, unendo competenza e continuità tecnica e magari vincendo anche la battaglia dello stadio nuovo, beh, gli equilibri del calcio italiano verranno ulteriormente sconvolti nel prossimo futuro.

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