La Gazzetta dello Sport di oggi torna sul gran rifiuto all’Inter del Como e di Cesc Fabregas. Il pezzo di Alessandro Vocalelli è intitolato: “La lezione del Como a un mondo in cui i contratti non contano”. Un pezzo che sembra partire da un presupposto di cui non abbiamo certezze assolute, perché non prende in considerazione l’idea che forse il catalano stesso abbia voluto rimanere. Ma le riflessioni sui contratti sono comunque interessanti e degne di essere menzionate. Ecco gli stralci più interessanti:
“Il nodo centrale resta la decisone del Como di far rispettare il contratto. Una novità, se ci pensate bene. Quasi un’originalità, che ha scatenato – anche e paradossalmente – qualche critica. Già, perché nel mondo del calcio di oggi invece i contratti non contano praticamente più nulla. E’ vero che non è il caso di fare prigionieri, perché non è produttivo tenere un allenatore controvoglia, ma allora a che servono questi contratti? Allora non sarebbe meglio firmare per una stagione? Vediamo come va, vediamo quali risultati raggiungi e poi decidiamo insieme se rinnovare o no. Anche perché i contratti ora servono più agli allenatori che alle società. In sintesi: se io voglio andare, mi devi lasciare andare. Se le cose non hanno funzionato e bisogna cambiare, io resto – giustamente – a libro paga. E succede una cosa del genere anche coi calciatori. Se ancora esiste o resiste un club – e parliamo del Como – che ha un progetto (questo sì un vero progetto) e intende portarlo avanti, non è il caso di stupirsi o addirittura di criticarlo, se dice no. Potrebbe anzi essere lo spunto per chiedersi se tutto il resto è normale“.
(Ringraziamo Esport Como per la foto)