La moviola di CC a Como-Cagliari 3-1: Fourneau gestisce bene con un metro del fallo alto

L’arbitro romano offre una prestazione equilibrata nella sfida tra Como e Cagliari, distinguendosi per autorevolezza e lettura dei contatti. Più in difficoltà i guardalinee, coinvolti in due episodi VAR corretti solo a posteriori.

Un arbitraggio pulito e coerente ha contraddistinto la direzione di Francesco Fourneau nella sfida tra Como e Cagliari. Il fischietto romano, ormai sempre più affidabile anche nelle gare delicate, ha impostato un criterio permissivo, alzando volutamente la soglia del fallo, senza però perdere mai il controllo del match. Diverse le decisioni difficili da prendere, ma la maggior parte delle scelte sul campo si sono rivelate corrette.

Un episodio chiave si è verificato nel primo tempo, quando Perrone e Luvumbo si sono incrociati in area del Como. Il lieve contatto tra le gambe non ha convinto Fourneau, che era ottimamente posizionato con visuale diretta, tanto da scegliere di lasciar correre. La decisione, apparentemente controversa, è risultata coerente con il metro utilizzato per tutto l’incontro. Diverso, invece, l’episodio della trattenuta di Obert su Douvikas, che seppur avvenuta fuori area, avrebbe meritato una punizione diretta: in quel caso l’arbitro ha forse ecceduto nella tolleranza.

Più complicata la giornata per i due assistenti, Scatragli e Capaldo, protagonisti in negativo su due segnalazioni di fuorigioco poi smentite. In entrambi i casi, la tecnologia ha restituito la regolarità delle azioni del Como: prima con il passaggio di Perrone per Caqueret, dove sia Palomino che Zappa tenevano in gioco l’attaccante; poi con l’assist di Nico Paz per Cutrone, la cui posizione era regolare grazie alla copertura di Augello, seppur di pochissimo.

Nessun dubbio, invece, sulla rete siglata dal Cagliari: l’azione è stata oggetto di un lungo check VAR, ma si è potuto constatare che Adopo partiva chiaramente in gioco sul passaggio di Zortea, e anche Piccoli – che poteva sembrare in posizione irregolare – era tenuto in gioco da Kempf. Un’azione lineare, confermata dai frame analizzati.

Da segnalare, infine, un fallo evidente ai danni di Douvikas, ignorato dal direttore di gara: anche in questo caso il contatto avveniva fuori dall’area di rigore, ma l’intensità avrebbe giustificato un intervento arbitrale. Il VAR, guidato da Gariglio e valutato positivamente (voto 6,5), non poteva intervenire per la posizione dell’episodio.

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