La stagione calcistica 2025/2026 inizia con una profonda riorganizzazione dell’organico arbitrale, annunciata dall’AIA nel corso di una conferenza stampa tenutasi a Roma presso la sede della FIGC. Il cambiamento coinvolge in modo diretto anche la CAN A/B, ovvero la commissione che gestisce gli arbitri destinati alle partite di Serie A e Serie B.
Cinque nuovi arbitri sono stati promossi alla CAN A/B: si tratta di Allegretta di Molfetta, Calzavara di Varese (nella foto, Ndr), Mucera di Palermo, Turrini di Firenze e Zanotti di Rimini. Contestualmente, sono stati dismessi dieci direttori di gara, segnando un forte segnale di rinnovamento: Aureliano e Ghersini per raggiunti limiti di età, mentre Cosso, Giuà, Monaldi, Prontera, Rutella e Scatena sono stati esclusi in seguito a valutazioni tecniche. Infine, Orsato e Santoro hanno presentato le loro dimissioni. Il primo dovrebbe diventare designatore della CAN C.
La riduzione numerica dell’organico arbitrale è stata una scelta strategica, mirata a correggere una struttura che, secondo quanto dichiarato da Zappi, «non permetteva un impiego frequente degli arbitri, penalizzando così la crescita dei giovani e ostacolando percorsi di formazione mirati».
Da quest’anno, gli arbitri della CAN A/B passano da 47 a 42, mentre gli assistenti scendono da 84 a 76. Un calo che, come sottolineato, potrebbe non arrestarsi. Al contrario, il numero dei VAR (video assistant referee) cresce fino a 24, evidenziando il crescente peso della tecnologia nel sistema arbitrale italiano. «La centralità della tecnologia è ormai strutturale», ha ribadito Zappi, lasciando intendere che l’AIA intende puntare con decisione sulla modernizzazione e sull’efficienza operativa.
A differenza di altri colleghi, Pezzuto ha deciso di non dimettersi, mentre Massimi e Pairetto risultano confermati, salvando così il loro posto nella massima categoria arbitrale. La presenza di questi nomi rappresenta un ponte tra l’esperienza consolidata e la nuova generazione di arbitri chiamata a gestire la complessità del calcio moderno.
La riforma, oltre a ricalibrare numericamente l’organico, ha l’obiettivo di migliorare la qualità complessiva delle direzioni arbitrali, ponendo l’accento su una maggiore rotazione, sull’utilizzo efficiente delle risorse e su percorsi di crescita più coerenti per i giovani fischietti.