Matteoli: «Questo Como come la mia Samp, può arrivare in alto»

L’ex centrocampista comasco elogia Fabregas e paragona il Como a quella Sampdoria che fu campione d’Italia. Ma avverte: «Nel calcio nulla è davvero nuovo». E poi raconta l'aneddoto di una "sfida a birre" con Lothar Mattheus.

Gianfranco Matteoli ha parlato da vero cuore comasco, pur osservando da lontano. In un’intervista esclusiva, rilasciata ai colleghi de La Provincia, l’ex regista dell’Inter e della Sampdoria ha offerto uno sguardo lucido e appassionato sul Como di oggi, tracciando paragoni importanti con il passato. E in particolare, con la Sampdoria di Vialli e Mancini, squadra con cui condivise momenti memorabili prima di approdare all’Inter con cui vinse uno scudetto.

«Il Como mi ricorda quella Samp: comprava talenti per vincere», ha affermato Matteoli, spiegando la sua visione con una metafora semplice ed efficace: «Il mio Como vendeva i giovani per sopravvivere, questo li compra per crescere». Un cambio di paradigma che, a suo dire, può portare in alto. Anche allo Scudetto? «Perché no? L’Atalanta non è forse lì in zona? Tutto dipende da quanti soldi hai e come li spendi. E mi pare che a Como si stia facendo bene».

Sul piano tecnico, Matteoli si è soffermato sulle intuizioni di Césc Fàbregas, lodandone il lavoro, ma ridimensionando certi entusiasmi: «Mi piace molto, ma quando si dice che fa cose nuove… Nel calcio non c’è nulla di nuovo. Anche ai miei tempi il terzino si accentrava, solo che non lo diceva nessuno. Le analisi erano meno sofisticate, tutto qui». Tuttavia, ha riconosciuto il valore delle scelte tattiche dell’allenatore spagnolo, in particolare quella di mettere Da Cunha davanti alla difesa, con il francese che viene definito un «giocatore completo».

Anche su Nico Paz, le parole di Matteoli sono di stima: «Ha veramente grande qualità», ha detto, pur senza addentrarsi nei dettagli della situazione del giovane talento, che resta al centro delle voci di mercato. Del resto, il Como sta attirando attenzioni importanti, proprio come faceva la Sampdoria a fine anni ’80.

Non è mancato un riferimento personale a Como-Inter, la sfida imminente di campionato. «Partita strana», l’ha definita. «Qualche giorno fa avrei detto che l’Inter avrebbe potuto perderla, oggi dico che giocherà alla morte. Ma anche il Como darà tutto: non è nel suo stile mollare». E su quella che per lui resta la partita più memorabile, non ha dubbi: «Como-Cavese, la partita che ci portò in A», giocata sotto una pioggia battente e diventata un ricordo indelebile.

C’è spazio anche per riflessioni amare sull’esperienza all’Inter. Matteoli ha raccontato un episodio che lo ha segnato: un ex compagno venne a chiedere una maglia nello spogliatoio e fu accolto con sufficienza dai dirigenti. «Mi ha fatto capire che quando è finito il tuo momento, è meglio stare alla larga». Da lì, la scelta di non tornare mai più allo stadio come ospite e di non chiedere nulla.

Infine, una nota di colore: «Mattheus mi sfidò a birre, ma non sapeva che i sardi la reggono meglio dei tedeschi…», ha detto sorridendo. Un aneddoto che chiude con leggerezza un’intervista ricca di spunti, emozioni e riflessioni sul calcio di ieri e di oggi, viste dagli occhi di chi ha vissuto entrambe le epoche con intensità.

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