L’edizione odierna della Gazzetta dello Sport pubblica un’intervista a Maurizio Ganz. Che ha naturalmente parlato dei suoi trascorsi milanisti, ma non solo. Un paio di battute infatti le ha dedicate anche a Simone Andrea, suo figlio, che ha scritto pagine importanti della storia del Como: dalla nostra fondazione ad oggi, solo sei giocatori hanno segnato di più in biancoblu. La promozione del 2015, i tanti gol nella scellerata stagione seguente in B, il passaggio alla Juventus senza mai ritrovarsi e poi il ritorno a Como nella stagione 2019/20, con otto gol.
Oggi ha 31 anni, gioca al Novara e suo padre parla di lui in questi termini: “L’ho sempre seguito senza interferire, ma consapevole delle qualità. Se viene messo nelle condizioni di sfruttare le sue caratteristiche, è davvero forte. Ma non l’ho mai stressato. Piuttosto gli ho sbagliato il nome. Doveva chiamarsi SimoneAndrea, tutto attaccato. Io all’anagrafe ho fatto mettere per sbaglio il trattino. E da 31 anni prendo gli insulti suoi e di mia moglie. Pazienza...”
E quando gli chiedono un suo rimpianto, Maurizio cita ancora il figlio: “Quando mi avvertirono che Monica stava per partorire, ero in ritiro con la Nazionale. Dissi al massaggiatore di chiedere a Sacchi il permesso di scappare da lei, specificando che ci sarei andato in ogni caso. Sbagliai, perché avrei dovuto parlare direttamente al CT, che poi me la fece pagare non facendomi mai debuttare. Avrebbe potuto rimproverarmi, invece non mi considerò più“.