Un passettino dopo l’altro, il Parma sta costruendo la sua salvezza. Ora è a +7 dal terzultimo posto: un margine piuttosto ampio a quattro partite dalla fine. Visto il ritmo delle squadre in lotta per non retrocedere, i ducali potrebbero persino festeggiare anche non facendo più un punto da qui alla fine.
Comunque la nostra avversaria di domani è in ottima forma. L’ultima sconfitta risale all’1 marzo a Udine: da allora sei pareggi (tre dei quali contro Lazio, Fiorentina e Inter) e una vittoria importantissima contro la Juventus. Grandi meriti li ha Christian Chivu, che il 18 febbraio ha preso la squadra al terzultimo posto e l’ha portata in una posizione ben più tranquilla. Come ha fatto? Innanzitutto blindando la difesa: con Pecchia la squadra subiva 1,8 gol a partita, dopo il cambio di guida tecnica invece siamo a 0,9. E non è un caso: il Parma ha concesso meno di 1 xG agli avversari in sei partite su nove con Chivu, mentre nelle 25 partite precedenti era capitato solo cinque volte. Anche il Tardini è diventato un fattore: l’ultima sconfitta casalinga coincide proprio con l’ultima di Pecchia, il 16 febbraio contro la Roma.
L’allenatore romeno ha fatto scelte di formazione coraggiose. Tatticamente ha accantonato il 4-3-3 con cui il Parma aveva dominato la B a beneficio di un 3-5-2 più “pane e salame”. Un centrale in più, Valeri più alto per sfruttare le sue caratteristiche offensive, Keita in mezzo al centrocampo a fare legna, in attacco il talentuoso Bonny (gran gol all’andata al Sinigaglia) è affiancato dalla rivelazione Pellegrino (tre gol nelle ultime sette). Contro la Lazio mancava Bernabé e Chivu ha sorpreso ancora: Ondrejka titolare in una sorta di 3-4-1-2 nel quale però Bonny veniva spesso incontro mentre lo stesso Ondrejka attaccava la porta avversaria. E infatti lo svedese è a tre gol nelle ultime quattro partite. Queste scelte hanno penalizzato diversi giocatori: per esempio tutti i vari esterni offensivi (Man il più ingombrante, ma anche Mihaila e Almqvist), così come Hernani, mentre in difesa Balogh ha lasciato il posto al promettente Leoni.
Capiamo quindi che Chivu ha scelto una squadra, l’ha seguita e i risultati gli stanno dando ragione.