Intervenuto sulle pagine dei colleghi de La Gazzetta dello Sport l’allenatore Andrea Stramaccioni, attuale commentatore tecnico per DAZN, ha rilasciato una lunga intervista parlando del Como, del suo tecnico Césc Fàbregas e della grande vittoria ottenuta sul Napoli che lui ha vissuto in diretta al “Sinigaglia” come “seconda voce” proprio sull’emittente streaming. Ecco un estratto delle sue dichiarazioni.
“Inserire una punta come Cutrone nel momento chiave della partita contro il Napoli e poi addirittura la seconda Douvikas per gestire l’assalto finale della squadra di Conte che era in campo con quattro attaccanti per cercare il pareggio, bé questo già ti fa capire chi è Césc Fàbregas.”
IMPRONTA TECNICA – “Il Como lo avevo già visto dal vivo più volte e quello che trasmette subito è la chiarissima impronta tecnica. Il Como oggi è una squadra in forte crescita ben rinforzata a gennaio con l’acquisto di giocatori importanti. Hanno un progetto tecnico chiaro, ambizioso e affascinante.”
LE BASI – “I Fratelli Hartono, rappresentati a Como dal presidente Mirwan Suwarso, stanno ponendo le basi per qualcosa di stimolante e che in futuro non si fermi alla salvezza, ma che abbia un orizzonte di pieno approdo e respiro internazionale.”
DA ANTONIO CONTE – “In carrierà, da calciatore, Fàbregas ha avuto sicuramente maestri importanti, anche se è difficile dire cosa abbia preso da ognuno. Di Conte, avuto al Chelsea, mi sembra chiara la richiesta di intensità e la voglia di martellare i suoi ragazzi sia quando sono in possesso di palla che in fase di non possesso a perseguire ciò che devono fare.”
DA ARSENE WENGER – “Del tecnico francese avuto all’Arsenal mi ricorda i movimenti sulle fasce: dalla rotazione dei terzini fino ai movimenti degli esterni d’attacco che non sempre si allargano fino all’out laterale, ma improvvisamente attaccano lo spazio in profondità diventando attaccanti centrali aggiunti come si evince dall’azione di Diao proprio nel gol rifilato al Napoli. Così Fàbregas riesce a creare problemi di letture difensive agli avversari, proprio come faceva il tecnico alsaziano con esterni di qualità come Pires e Overmars.”
DA PEP GUARDIOLA – “Da Pep ha preso sicuramente la fase di palleggio dei centrocampisti con un gioco ricercato a lungo e in maniera insistita in mezzo al campo. Lo si vede da Maxi Perrone scelto come vertice basso e da mezzali come Caqueret e Da Cunha e con Nico Paz “falso nueve” alla Leo Messi. Piccola annotazione: tre di questi quattro giocatori sono mancini ed è una cosa veramente atipica.”
DA JOSE’ MOURINHO – “Dal portoghese ha preso i tratti del motivatore, la gestione e l’empatia che si respira all’interno dello spogliatoio. Fàbregas, il suo staff e i giocatori sono diventati un blocco unico e molto unito. Lo si evince anche dal cerchio pubblico a fine gara tra lui e i suoi giocatori sia dopo la vittoria con il Napoli, ma anche quando venne sconfitto in casa dalla Juventus. E’ un grande motivatore.”
DA GUUS HIDDINK – “La fase difensiva e la sicurezza dei centrali di difesa nell’accettare l’uno contro uno, mentre la sua squadra costruisce. E’ la scuola olandese.”
RIELABORAZIONE PERSONALE – “Fàbregas è comunque un allenatore giovanissimo, ma con le idee molto chiare. Tutte queste influenze possono aver avuto un peso, ma il gioco del Como è anche frutto di rielaborazione personale del tecnico catalano a tutte queste idee.”
AMBIENTE IDEALE – “Como per lui è l’ambiente ideale: si è trovato nel posto giusto e al momento giusto. Il progetto del Como arricchisce la nostra Serie A e una realtà che grazie alla sua filosofia può ambire a regalarci una storia di calcio affascinante.“