Gianluca Zambrotta, comasco doc ed ex giocatore del Como, torna a vestire i colori azzurri, ma questa volta non in campo, bensì in veste tecnica, come collaboratore del nuovo progetto federale guidato da Cesare Prandelli. Un’iniziativa ambiziosa, voluta dalla FIGC per rilanciare il calcio italiano attraverso la valorizzazione delle sue giovani promesse.
Il nuovo ruolo affida all’ex campione del mondo un compito delicato: contribuire alla definizione e all’attuazione di un sistema formativo giovanile rinnovato, affiancando Simone Perrotta, anch’egli protagonista del trionfo di Berlino 2006. L’annuncio è arrivato giovedì scorso durante la presentazione del nuovo C.t. azzurro Gennaro Gattuso. Un progetto voluto fortemente dal presidente federale Gabriele Gravina, con l’obiettivo di restituire identità e continuità tecnica alla maglia azzurra. Zambrotta, oggi 48enne, torna così in Federazione dopo aver vestito la maglia della Nazionale in 98 occasioni dal 1999 al 2010, partecipando a tre Mondiali, tre Europei, un’Olimpiade e una Confederations Cup.
“Quando sono entrato a Coverciano ho provato una forte emozione,” ha raccontato lo stesso Zambrotta, intervistato dal quotidiano La Provincia. Il progetto, ancora in fase iniziale, prevede un primo incontro operativo con Maurizio Viscidi, responsabile delle attività giovanili azzurre, per definire la struttura e gli obiettivi del piano. “In questo momento non sono in grado di essere dettagliato. Farò parte del gruppo di lavoro di Cesare Prandelli, ci occuperemo dell’attività di base, ma il piano operativo non è ancora stato fatto. Cercheremo di creare un sistema di lavoro dedicato alla formazione dei giovani calciatori, in aree che non saranno solo tecniche ma anche motorie e in qualche modo cognitive. Non sarà un progetto che potrà avere risultati a breve termine, ovviamente, ma di creare un meccanismo con linee guida durature.”
Sulla motivazione della scelta da parte della Federazione, ricaduta proprio su di lui e Perrotta, Zambrotta spiega che: “Io e Perrotta siamo da tempo in federazione, io vicepresidente del settore tecnico, lui del settore scolastico. Tutti e due abbiamo una bella esperienza nel mondo del calcio giovanile. Io da dieci anni mi occupo di Eracle, la mia scuola calcio che mi ha dato l’opportunità di collaborare con un settore giovanile importante come quello del Milan.”
C’è poi l’attività da svolgere nel progetto Azzurrini che si occuperà di bambini e ragazzi con disturbi allo spettro autistico: “In quel campo abbiamo appena inaugurato una sala cognitiva che è un primo esperimento assoluto di questo modello. Sala interattiva che può essere concepita come modello anche ad altre realtà.”
“Io credo che anche i ragazzi di oggi conoscano bene il valore della maglia azzurra.” – risponde Zambrotta quando gli si chiede del senso di appartenenza che i calciatori dovrebbero avere indossando la maglia dell’Italia – “Certo parla uno che anche quando si allenava nella squadra di club pensava sempre al sogno di indossare la maglia della Nazionale, o come indossarla un’altra volta ancora. Mi è piaciuto quello che ha detto Gattuso sul particolare che anche gli infortunati debbano rispondere alla convocazione perché è un modo di vivere comunque la maglia azzurra. Ma non fatemi parlare della Nazionale maggiore, io mi occuperò dei giovani.”
A spingere dalla base il nuovo Gruppo di lavoro dell’Italia dalla Prima Squadra alle giovanili anche un forte rapporto di amicizia che lega i vari interpreti e che è stato consolidato negli anni sia in azzurro che con le squadre di club: “C’è ancora un forte legame tra di noi. Con Gattuso ero compagno di stanza in ritiro, siamo stati compagni anche nel Milan, così come ho giocato in squadre di club anche con Buffon e Bonucci. Ragazzi meravigliosi.”
L’ultima presenza di Zambrotta con l’Italia proprio con Prandelli in panchina che oggi ritrova alla guida del nuovo progetto sulle giovanili: “Sì, ma era una conclusione naturale di una storia. Sono contento di ritrovarlo. Ha una grande esperienza.”