A Radio Sportiva è arrivata una domanda da un ascoltatore che ci riguarda. In sostanza il quesito era: “Anziché andare a giocare Milan-Como in Australia, perché non vengono a giocare qualche partita di Serie A qui al sud, dove abbiamo fame di calcio ma abbiamo squadre relegate in categorie inferiori?” A rispondere c’era Marco Bucciantini, giornalista di Sky Sport e Gazzetta dello Sport, che ha risposto in maniera netta:
“Questo è un discorso serio, non solo romantico. Ed è giusto. Noi abbiamo bisogno di fondere la cultura dello sport. Non abbiamo bisogno di continuare a cercare i soldi per pagare i debiti che continuiamo ad accumulare proprio a causa dell’incultura dello sport. Diffondendo la cultura dello sport, avremo meno debiti. E questo va fatto dove il calcio è importante, dove c’è la passione, dove c’è il tifoso. Il tifoso è l’unico elemento che nel calcio mette i soldi senza mai guadagnarli. Il giorno che ci sarà questa partita a Perth, tirerò fuori uno striscione o una maglietta con su scritto ‘Speravo de mori’ prima’ (Il riferimento è a uno striscione esposto da un tifoso romanista il giorno del ritiro di Totti, ndr). Oltretutto quando portiamo le partite all’estero, le portiamo sempre in paesi dove la cultura calcistica è poca e i soldi sono tanti. Portiamo il calcio dagli appassionati: vicino a noi abbiamo un tesoro, i soldi invece sono lontani, ma il tesoro è più importante dei soldi“.
Bucciantini era stato tra i pochi giornalisti a esprimersi in maniera molto critica (leggi qui) sulla decisione di non assegnare al Como il rigore per mano di Gatti su Douvikas.